Risultati Elezioni Politiche 2006 /4

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Berlusconi: «Tanti brogli, il risultato può cambiare»

È andato a parlare con Ciampi, al Quirinale, dove il presidente della Repubblica l'aveva invitato in serata come visita di cortesia nello stesso modo come al mattino aveva ricevuto Prodi. Ma prima, all'ora di pranzo, aveva voluto sedersi a tavola a Palazzo Grazioli con Beppe Pisanu. E senz'altro a tutti e due ha chiesto e ripetuto di appoggiare la sua tiritera sui brogli elettorali, nuovo cavallo di battaglia postelettorale. In serata alla fine è sceso da Palazzo Chigi in una delle sue celebri conferenze stampa on the road. Davanti ai giornalisti si è detto «fiducioso» sulla possibilità che l'esito elettorale possa cambiare alla luce «dei tanti brogli» che si sarebbero verificati. Interpellato dai cronisti, che sostano in permanenza sulla porta dei palazzi da lui frequentati, a proposito dell'esito dell'incontro con il presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha replica sorridente: «Tutto bene». Ci saranno novità?, seconda domanda. «Tante novità, tanti brogli. Sono fiducioso». Fiducioso che cambi il risultato elettorale?, incalzano i cronisti. «Sì». Risponde e se ne va.

Ma si rende conto questo stronzo che é lui stesso che sta facendo i controlli e che é sempre lui che ha fatto lo spoglio? E’ il Ministero dell’Interno ad aver fatto lo spoglio. Forse ho capito: il broglio c’é stato perché… tutti i voti comprati si sono persi per la strada. Quei disgraziati si sono presi i soldi ma non l’hanno votato!!! :D

Ma mannaggia la miseria: ma quando si leva dai Coglioni questo Cazzo!!!

Altra conferenza stampa improvvisata sotto palazzo Grazioli. E continua: «Pensavate forse di esservi liberati di me?», esordisce. E riprende a parlare dei suoi brogli che lui vede contro di lui. «Macchè equamente divisi, sono brogli unidirezionali, assolutamente unidirezionali». Berlusconi non si accontenta più di impugnare le schede contestate, adesso parla di 60 mila verbali di seggio da ricontrollare, parla di preferenze espresse sui voti nulli - nulli per una circolare del ministero dell'Interno - vuole un riconteggio totale, allungare i tempi della proclamazione degli eletti. Dice di averne parlato con Ciampi. Qualcuno gli ricorda i toni pacati del primo giorno dopo il voto, l'invito a una grosse koalition alla tedesca e il no di Prodi. Ma la risposta è secca: «Io l'apertura l'ho fatta.. ma parliamo di cose serie. Parliamo del risultato elettorale...». Ma quali fatti, quali contestazioni, di quali brogli parla? «È grave che ci siano schede che si trovano in giro, che evidentemente vengono messe da parte. Ne stanno venendo fuori di tutti i colori...», si riferisce al ritrovamento di alcuni scatoloni con schede elettorali accanto a un cassonetto a Roma, schede che la Procura ha già verificato, erano già state conteggiate e sono finite lì per un errore senza dolo che in ogni caso non inficia alcunché. Pisanu viene quindi costretto a lasciare il Viminale e a raggiungerlo di nuovo a Palazzo Grazioli. Dopo un po' raggiunto anche dal sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta e dal portavoce Paolo Bonaiuti, il primo a gridare ai brogli a scrutinio ancora in corso. «Berlusconi deve andare a casa», è il caldo consiglio di Romano Prodi. «Vuole creare inquietudine ma la nostra è una vittoria pulita e nessun dubbio è lecito», ribatte il Professore da Bologna, dove è in corso la festa della vittoria. Ma il fiume in piena di Berlusconi nel frattempo continua senza freni. «Ci sono 25.000 voti di differenza - sottolinea - che danno 63 parlamentari in più a chi ha più voti. Vi sembra logico o no - chiede ai cronisti - che ci sia una verifica per vedere se questo risultato, che è un risultato provvisorio e non ha nulla di ufficiale, poiché è venuto fuori dalle prefetture nella notte, debba essere verificato? Potete rispondere - continua rivolgendosi ai giornalisti - o siete completamente dipendenti dai vostri direttori?». Secondo il premier quindi «ci sono 1.100.000 schede annullate: è assolutamente necessario che venga verificato questo dato». «Berlusconi - fa notare ancora Prodi da Bologna - controlla tutte le prefetture e il ministero dell'Interno. È anche probabile che Berlusconi imbrogli anche se stesso. Chi è abituato a imbrogliare lo fa anche con se stesso». E poi aggiunge: «Non si è mai visto un partito che non accetta il risultato delle urne. Una ragione in più per mandarlo a casa». E Fassino, da Roma: «Prenda atto, una volta per tutte, del risultato elettorale». Gli alleati Fini e Casini tacciono. Il più muto di tutti, muto da giorni, da prima del voto, è Pierferdinando Casini. Il presidente della vecchia Camera, alleato centrista, fa però sapere tramite Lorenzo Cesa, il segretario del suo partito, che «in un momento in cui tutti parlano ci vuole qualcuno che rifletta». Lui riflette. E c'è chi straparla. Come i Roberti leghisti, Maroni e Calderoli, che strattonano Ciampi per la giacchetta, dicono che è in gioco la democrazia, e arrivano a ipotizzare dieci schede a sezione elettorale da riattribuire alla Cdl in un nuovo conteggio. Totale: 40 mila voti. «Quello che posso dire è che a noi continuano ad arrivare segnalazioni di tantissime contestazioni in tutta Italia. Per questo motivo aspettiamo di vedere le verifiche dei dati», gli fa da sponda a distanza Andrea Ronchi di An. Non è l'unico in An. Anche i colonelli Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa avanzano dubbi, appoggiano Berlusconi: «Se lo dice lui... ». Il presidente della Repubblica ha già parlato sulla correttezza del voto. La stessa giornata dei risultati ha tagliato corto su tutte le perplessità, parlando di votazioni regolari e corrette. Anzi, meglio di operazioni di voto «ordinate e regolari, secondo la tradizione della democrazia italiana». Poi mercoledì ha stabilito il calendario per la formazione del nuovo governo, così da sottrarlo alle polemiche politiche.

Fonte, Unità.